Su emendamento Csc si è fatto nauseante doppio gioco

Come la civetta quando di giorno compare.

Niente come la citazione dall’Enrico VI di Shakespeare usata da Leonardo Sciascia per aprire Il Giorno della Civetta potrebbe descrivere meglio il nauseante doppiogiochismo e l’opacità con la quale questo governo e i suoi esponenti hanno orchestrato, protetto e portato a goal l’emendamento contente la riforma del consiglio del Centro Sperimentale di Cinematografia con 28 voti favorevoli e 19 contrari, blindandolo in Senato, dopo che per dieci giorni erano stati promessi tavoli di incontro e trattativa con i 100 Autori, dopo che era stato richiesto ai 100Autori l’invio di email per fissare appuntamenti che gli esponenti di questo governo non avevano in realtà nessuna intenzione di concedere – i fatti lo hanno dimostrato – al solo scopo di prendere tempo e abbassare il livello del conflitto, facendo passare tutto nel silenzio ovattato e bollente di una serata di fine luglio alla Camera.

La falsa notizia dell’accantonamento dell’emendamento, fatta circolare ad arte ieri sera attorno alle 18 in modo da proteggere il voto avvenuto attorno alle 22, corona degnamente l’ultimo volo della civetta, che, per dirla con Sciascia, ora non ha paura di volare di giorno. E nemmeno di notte.

Su queste modalità 100Autori non sarà disponibile ad alcuna collaborazione e confronto con il governo, che troverà invece in noi dei leali e sempre presenti avversari.

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