Nel corso di questa 80.Mostra Internazionale del Cinema di Venezia i 100autori sono stati presenti soprattutto con il convegno ME TOO 2023: LE DONNE ALLA CONQUISTA DI UN CINEMA LIBERO. Strumenti legislativi e strategie di azione per la parità di genere nella filiera dell’audiovisivo, che si è tenuto il 5 settembre ore 10:30 – 13:00 in Sala Laguna.
Organizzato da 100autori in collaborazione con le Giornate degli Autori, il convegno si è tenuto in una sala gremita di pubblico ed è stato molto seguito dai media nazionali.
I lavori hanno preso le mosse dalle parole di Michela Murgia “Non esistono diritti acquisiti, esistono quelli che siamo in grado di difendere.”
La prima parte, moderata da Paola Randi (regista e sceneggiatrice, vicepresidente 100autori, coordinatrice Gruppo Pari Opportunità 100autori) ha visto i saluti di Gaia Furrer (direttrice artistica delle Giornate degli Autori) e Maya Sansa (attrice e attivista), interventi di Cinzia Spanò (presidente di Amleta), Elisa Ercoli (presidente di Differenza Donna), Maria Pia Calzone (socia fondatrice di UNITA, membro Osservatorio per la parità di genere del MIC), Pina Picierno (vicepresidente del Parlamento Europeo).
Nella seconda parte, moderata da Margherita Ferri (regista, sceneggiatrice, Gruppo Pari Opportunità 100Autori), sono intervenute Laura Delli Colli (presidente SNGCI – Nastri d’Argento), Giuliana Aliberti (avvocata e direttrice di Visionarie), Maria Grazia Li Bergoli (consigliera di WIFTM Italia), Francesca Romana Massaro (vicepresidente WGI), Giuliana Gamba (consigliera ANAC), Daniela Scattolin (attrice)
Ha aperto i lavori Paola Randi, ricordando che cinema libero significa tante cose, ma innanzitutto libero dagli abusi e dalle problematiche di ordine patriarcale. E noi autrici siamo sicure di essere non solo le vittime di questo sistema, ma anche la soluzione. Però dobbiamo poter avere lo spazio per farlo. E oggi non c’è ancora.
Se osserviamo la valutazione di impatto sulla Legge Franceschini, vediamo che ha prodotto un incremento di presenza delle autrici solo dell’1 per cento. Su 100 progetti che hanno beneficiato di fondi pubblici nel 2021, 81 sono di registi uomini, solo 19 di registe. Per le sceneggiature, 70 sono di autori uomini, 30 di sceneggiatrici. Nella distribuzione l’83% dei fondi vanno a progetti di registi uomini, il 17 per cento a registe. I budget dei film diretti dalle donne sono quasi la metà di quelli dei film diretti dagli uomini. Quando ci sono proporzioni di questo tipo il merito non c’entra niente.
I diritti, come ci ricorda Michela Murgia, sono diritti di tutti. Vivere in un mondo in cui le persone godono degli stessi diritti, è vivere in un mondo migliore per tutti.
Anche Cinzia Spanò ha aperto il suo intervento dando delle cifre, questa volta riguardo i casi di molestie nel mondo dello spettacolo. La sua associazione in due anni di attività ha raccolto 223 segnalazioni di casi di molestie sessuali. Solo in due casi si trattava di una donna, negli altri erano maschi. Il 93% delle violenze è esercitato su donne. La maggior parte, 41,26% sono commesse da registi, il 15% da colleghi, da produttori il 6,28, più del 5 % da insegnanti, dato gravissimo perché hanno a che fare con attrici giovanissime. Il momento più problematico è il provino.
Un altro elemento di analisi è stato offerto da Maria Pia Calzone. Unita, di cui è socia fondatrice, ha analizzato i dati sulla presenza di attrici nella produzione audiovisiva. Nella fascia 20/30 anni oggi le donne lavorano quasi quanto gli uomini, poi con l’avanzare degli anni i ruoli femminili si assottigliano. Fino ad arrivare verso i 45-48 anni in cui le donne sembrano scomparire, per poi tornare verso i 65-70 anni, quando possono fare le nonne accudenti.
In tutti gli interventi si è sottolineato come il tema della parità di genere sia strettamente connesso sia alla possibilità di instaurare una nuova narrativa che alla realizzazione di condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Dal punto di vista legislativo qualcosa è stato fatto, ma ancora molto c’è da fare. All’incontro era stata invitata anche la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, ma non ha partecipato. Era presente invece Pina Picierno, vice presidente del Parlamento Europeo, che ha denunciato che in Europa avviene un femminicidio ogni sei ore. Per questo il Parlamento Europeo ha lavorato a una modifica dei trattati. È stato finalmente sancito che senza consenso è violenza e che il tempo necessario a denunciare, portato a 20 anni (in Italia oggi è di un anno), non può mettere in discussione la fondatezza di una denuncia. Il Parlamento ha già approvato la direttiva, siamo in fase di trilogo.
La seconda parte dell’incontro è stata introdotta da Margherita Ferri. Sono anni che col gruppo pari opportunità si parla di donne, e quest’anno si è voluto porre attenzione all’intersezionalità: quali caratteristiche identitarie differenti hanno le donne che lavorano nel cinema e che vanno a creare l’immaginario sulle donne che noi autrici produciamo in Italia?
E che cosa possiamo fare per andare verso il cambiamento culturale nel nostro potere di donne che creano delle storie? Perché le storie abbiano il potere di cambiare il mondo…
Anche Giuliana Aliberti di Visionarie ha sottolineato l’importanza del Parlamento Europeo. L’Europa ha già approvato la legge sulla parità salariale e nel 2026 la direttiva dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri. Perché questo avvenga non c’è un automatismo. Le associazioni di donne dovranno controllare che sia recepita e se non accade segnalarlo e fare sanzionare lo Stato italiano.
Durante l’incontro sono anche stati ricordati gli strumenti di protezione che già ci sono. Sottolineando però che accedervi, per le singole donne, è difficile. Per questo è importante il lavoro delle associazioni. Elisa Ercoli (Differenza donna) ha parlato della convenzione OIL n. 190. È uno strumento fondamentale: ci ha detto che tutti gli ambienti di lavoro si devono liberare, con azioni di prevenzione e di protezione, dalla violenza.
Maria Pia Calzone ha ricordato che Unita, Amleta e l’Associazione dei casting hanno normato come va condotto un provino. Come membro dell’osservatorio sulle pari opportunità del Mic ha chiesto alla presidente che il protocollo antimolestie sui set siglato dai sindacati e dai datoriali, che oggi è lettera morta, venga sempre allegato ai contratti.
Ha infine comunicato una buona notizia riguardo le possibilità di finanziamento. Esiste una direttiva di Eurimages che invita gli Stati membri a fare una discriminazione al contrario: a preferire nella selezione per i fondi, a parità di progetto, quelli female driven, con il 60% di figure apicali femminili. Il Banco di credito sportivo, sollecitato, ha deciso di recepire la direttiva. Ci sarà quindi una linea di accesso a costi agevolati e una premialità per i progetti famale driven che rispettino i criteri di Eurimages.
È stata l’attrice Daniela Scattolin a raccontare come si sente quando la chiamano per un film: «Quando inizio un nuovo lavoro penso sempre “Speriamo di non trovarmi in situazioni imbarazzanti”. E mi sento fortunata perché finora non ho mai subito violenze. Ma non è normale sentirsi fortunata. Per assurdo ho accettato il mio essere nera come meno problematico dell’essere donna rispetto alle discriminazioni».
Laura Delli Colli ha sottolineato come anche questo Festival racconti la strada ancora da percorrere: «Vorrei partire da qui: sei film italiani con sei autori uomini. Film che hanno un tasso di testosterone piuttosto alto, con l’aggravante che non ci sono donne protagoniste. Bisogna andare a cercare nelle sezioni collaterali per trovare qualcosa in più. Difficile recuperare una narrazione che metta al centro figure femminili. Fa eccezione la narrazione di Saverio Costanzo».
Quello che emerso da tutti gli interventi è ben riassumibile nelle parole di Michela Murgia ricordate all’inizio dei lavori: non esistono diritti acquisiti, esistono quelli che siamo in grado di difendere. Fare rete e lavorare come associazioni dà una forza e un’efficacia nell’ottenere risultati che i singoli non avranno mai. E vivere in un mondo in cui le persone godono degli stessi diritti, è vivere in un mondo migliore per tutti.
L’incontro è stato anche molto seguito dai media nazionali. Ecco alcuni di quelli che hanno parlato di noi
Rai News 24 – Speciale (video)
GR 1 | Rai Radio 1 (audio)
La Stampa – “Me Too 2023. Le donne alla conquista di un cinema libero”. A Venezia autori riuniti per discutere di parità di genere nella filiera dell’audiovisivo
La Sicilia – “Mostra Venezia: Picierno (Pd), ‘mi unisco alla protesta delle femministe” |