100 autori si confronta oggi con un’industria profondamente mutata rispetto a quella in cui si muoveva nel 2008 quel movimento culturale che si faceva attore politico e sindacale strutturandosi come associazione.
Sarebbe quindi assurdo pensare che in questo panorama produttivo e distributivo così mutato, 100 autori possa restare immobile, e sperare di essere ancora rilevante.
Rilevante nei confronti di un decisore politico che si preannuncia ancor meno disponibile al confronto.
Rilevante nei confronti di una controparte editoriale (se possibile) ancor più sorda a rivendicazioni di carattere tanto sindacale, quanto culturale.
Ma soprattutto rilevante nei confronti dei propri associati, i quali, pur riconoscendo il grande impegno dell’associazione, e di tutti coloro che si sono avvicendati in questi anni alla sua guida, nella difesa di un ideale di sistema produttivo che tuteli tanto il diritto degli spettatori, quanto i diritti degli autori, spesso lamentano una mancanza di incisività nel raggiungere obbiettivi pratici in tal senso.
Per questo ritengo che il primo e più urgente imperativo del nuovo Consiglio Direttivo debba essere quello di affrontare la riforma della struttura organizzativa dell’associazione in senso federativo. Una riforma che garantisca una più ampia e condivisa rappresentanza di tutte le specificità ed istanze che compongono il variegato e complesso mondo della autorialità audiovisiva, e che sia capace di farle convivere nel rispetto delle differenze ma assicurando quell’unità che, sola, può consentire alla categoria di presentarsi con sufficiente forza al confronto con le controparti, e sperare quindi di ottenere risultati concreti. Una riforma infine che consenta di coniugare l’anima sindacale dell’associazione, perno della sua missione politica, e quella culturale, elemento indispensabile alla sua rilevanza sociale, oltre che ad accrescere e consolidare la sua autonomia economica, senza la quale nessuna organizzazione può efficacemente operare.
Nel porre la mia candidatura al Consiglio Direttivo, mi impegno quindi a concentrare i miei sforzi, e le mie capacità, nel realizzare al più presto questo cambiamento strutturale, e forgiare con esso strumenti efficaci in vista di quelle battaglie che tutti concordiamo sia necessario combattere, ma nei confronti delle quali ci vediamo troppo spesso persi in partenza in quanto disarmati.
Lorenzo d’Amico De Carvalho
Candidato Autori di altre forme espressive dell’audiovisivo non immediatamente classificabili in relazione a cinema e televisione